Siamo in piena fase di transizione.
Sembra che questa possa diventare una vera e propria rivincita per chi lavora nel mondo digital.
Tutto il mondo fisico e reale si è spostato online.
Videocall, meeting, smartwork, pagine Facebook e profili business per le attività su Instagram hanno fatto un vero e proprio boom. Le attività stanno cambiando.
Chissà quanti hanno pensato all’e-commerce in questo periodo, ma attenzione non sempre questa è la soluzione migliore.
In questa quarantena nessuno store fisico poteva avere visibilità e l’unica opzione sembra appunto essere stata quella di ricorrere al digital. Chi annunciava dirette, chi faceva vedere come preparare ricette in casa, chi sponsorizzava le sue offerte e chi apriva il suo nuovo canale.
Chi già lavorava in questo settore da tempo ha un po’ patito la situazione, tantissima gente improvvisata che si lanciava nel copia e incolla di contenuti. Titolari di attività che non avevano dimestichezza che hanno pubblicato in un giorno 20 contenuti per “recuperare” il tempo perduto andando spudoratamente contro l’algoritmo di Facebook.
Diciamo che quello che prima era uno strumento di lavoro, è diventato per noi “addetti ai lavori” un gran pasticcio. Ma questo già lo avevo accennato nell’articolo del mese scorso.
Oggi scrivo invece per fare una riflessione.
Come già ho detto, sembra essere giunta la rivincita di coloro che “non lavorano” solo perché lavorano da casa e stanno al pc tutto il giorno. L’opportunità di entrare nel mondo digital però sembra finalmente essere stata compresa da molti. Tutti, chi più chi meno, hanno dovuto reinventarsi e lo hanno fatto online.
Ristoranti e bar, dopo il nuovo DPCM, si stanno organizzando per l’asporto. Chi poteva si era già organizzato. Sono spuntate app, mini-siti su Instagram e menu digitali.
Credo comunque che chi si è approcciato a questo metodo non lo abbandonerà. Sono cambiate alcune esigenze nelle persone in questo periodo di quarantena. Le comodità della cena a casa, della spesa a domicilio, delle transazioni via app e mobile probabilmente diventeranno parte integrante delle nostre abitudini.
E poi c’è la paura. Per ancora molto tempo la gente preferirà evitare i luoghi affollati. Preferirà ordinare una pizza a casa, in un ambiente sicuro e familiare, piuttosto che consumarla in un ristorante. Preferira non andare in banca o alla posta. Si assicurerà che in quella struttura alberghiera o stabilimento balneare vengano rispettate le norme igienico-sanitarie di distanziamento sociale.
L’igienizzazione, la sanificazione dei luoghi e degli ambienti di lavoro diventerà prassi. Bar e ristoranti avranno bisogno del supporto del take-away per “arrotondare” le presenze ridotte. Credo continueranno a ricevere chiamate per l’asporto anche quando tutto tornerà ad essere aperto, almeno nella prima fase di ripartenza.
Ma attenzione…
Ora non bisogna però correre perchè sbagliare è facile. E-commerce, servizio a domicilio, asporto sono servizi che hanno bisogno di una logistica, di un customer care e di attività di advertising. Investire migliaia di euro in un e-commerce è una grande spesa e se non viene inserito all’interno di una strategia ben precisa e multi-canale si corre il rischio che da “spesa” non si trasformi mai in “opportunità”.
È importantissimo essere presenti online oggi, ma chiedete una mano prima di improvvisare.
Elisa Lasagno